Danza e Balletto

Formidabili quegli anni: Sassari da danzare

 

di Giangi Costa

 

Era un giorno di luglio del 1984. In quel periodo lavoravo giĆ  al comune di Sassari, in biblioteca, nella vecchia sede all’ultimo piano di Palazzo ducale. Ā  Quella mattina c’era fermento a Palazzo: doveva arrivare Antonio Gades per la conferenza stampaĀ  di presentazione dello spettacolo ā€œCarmenā€. Il famoso e fascinoso danzatore e coreografoĀ  spagnolo,Ā  grandissimo interprete di flamenco, il baile e il cante andaluso, era anche un uomo dalla vita avventurosa vissuta nella Spagna di Franco senza mai rinunciare a quell’impegno politico che lo aveva costretto per un certo periodo a lasciare la Spagna e a rifugiarsi a Cuba.Ā  Ā  La conferenza si teneva nella vecchia sala dei matrimoni, quella di fronte alle scale. C’ era giĆ  un po’ di gente e insieme alla mie colleghe a una certa ora scesiĀ  al piano nobile del palazzo e cercai di sbirciare dentro la stanza per veder di sguincio se il celebreĀ  danzatore fosse giĆ  arrivato.Ā  A un tratto mi sento prendere il braccio, una stretta molto forte, mi giro e lui ĆØ lƬ di fronte a me e mi dice ā€œCiaoā€. VabbĆØ, solo ā€œCiaoā€.Ā  Ma un ciao strascicato molto spagnolo, molto flamenco, molto tutto e poi entra nella stanza.Ā 

Una donna morta!Ā 

Su consiglio delle amiche non mi lavai il gomito per qualche giorno e ascoltai estasiata la conferenza anche se le sue dichiarazioni sullaĀ  love story con Gina Lollobrigida mi lasciarono qualche dubbio sulla perfezione dell’uomo.

Lo spettacolo invece non mi lasciĆ² alcun dubbio, fu emozionante.Ā  IlĀ  flamenco di Gades era fortemente sensuale, drammatico, perfetto. Lontano dal folklore,Ā  aveva trovato la sua fonte di ispirazione nella poetica di Federico Garcia Lorca che Gades amĆ² dopo averĀ  letto un’edizione clandestinaĀ  del Romancero Gitano negli anni della Spagna franchista.Ā 

GadesĀ  danzava con la grande CristinaĀ  Hoyos e la sua compagnia, piĆ¹ di 30 danzatori quasi tutti provenienti dal Ballet Nacional EspaƱol, da lui diretto per due anni nella Spagna del dopo Franco.

Qualche anno piĆ¹ tardi, nel 1987,Ā  la compagnia di GadesĀ  sarebbe tornata in Sardegna, a Cagliari e a Sassari con un altro spettacolo ā€œBodas de sangreā€, ispirato al dramma di GarcĆ­a Lorca.

Il flamenco di Gades era innovativo e rivoluzionario. Non potevi non amarlo. Ma ci fu in quegli anni uno spettacolo altrettanto innovativo e rivoluzionario che divise il pubblico: ā€œCaffĆØ Mullerā€ del Tanztheater Wuppertal diretto dalla coreografa tedesca Pina Bausch. ā€œNon ho maiĀ  litigatoĀ  tanto per uno spettacoloā€, mi diceva da poco un’amica ricordando CaffĆØ Muller. In quello spettacolo tutto era nuovo e diverso: lo spazio scenico pieno di sedie, i corpi non perfetti dei danzatori, la loro non sempre giovane etĆ , la loro eccezionale bravuraĀ  e la gestualitĆ  nuova, la forza dei movimenti, l’uso di unĀ  linguaggio del corpo che sfruttava tutto quello che la danza aveva sino ad allora espresso per andare avanti. Pina, danzatrice senza corpo, sorvolava il palco in una danza cieca: era la danza nuova,Ā  ilĀ  Tanztheater, il teatro danzaĀ  che ruppe con tutti gli schemi e continua a influenzare laĀ  danza nel mondo.Ā 

Con Gades e la Bausch si respirĆ² a Sassari e in Sardegna l’aria inebriante della grande danza internazionale: 6.500 spettatori videroĀ  ā€œCafĆØ Mullerā€ di Pina Bausch e 10.000Ā  la ā€œCarmenā€ di Antonio Gades. Addirittura per la ā€œCarmenā€ la Sardegna fu la prima piazza in ItaliaĀ  in cui la compagnia spagnola danzĆ² dopoĀ  l’anteprima al Festival dei due mondi di Spoleto. ā€œFu una bellaĀ  avventura organizzare quegli spettacoli. Le due compagnie erano molto numerose, i ballerini di Gades una trentina piĆ¹ i musicisti e i tecnici –Ā  ricorda Giuseppe Onida che con Mario Succu, ne fu l’organizzatore ā€“Ā  e il loro cachetĀ  altissimo. Eravamo molto giovani e molto pazziā€. I due giovani organizzatori, un po’ pazzi eĀ  un po’ geniali, innamorati del grande teatro facevano parte della compagniaĀ  Domus de Janas Teatro diretta da PierfrancoĀ  Zappareddu. Non hanno dimenticato il momento in cui Gades scoprƬ che non sarebbe stato pagato subito, come accade in ogni teatro del mondo. Furono istanti di panico, dicono oggi ridendo.

Accanto alla rottura ci fu anche la continuitĆ . Ad altissimo livello. Vennero molte Ć©toile del balletto classico. Elisabetta TerabustĀ  danzĆ² il romantico ā€œGisĆ©leā€ al teatro Verdi, Oriella Dorella ā€œCoppeliaā€. Carla Fracci, qualche anno piĆ¹ tardi, ā€œGiulietta e Romeoā€Ā  alĀ  Palazzetto dello sport. La Fracci venne a Palazzo Ducale per la conferenza stampa: capelli tirati con la riga al centro, abito lungo alla caviglia bianco, calze, scarpe, pelle sorriso tutto era bianco e lieve, un’aliena piovuta dal pianeta danza tra noi comuni mortali. PiĆ¹ sensuale e forte, Luciana Savignano danzĆ² a Sassari diverse volte: indimenticabileĀ  la sua interpretazione del Bolero di Maurice Ravel, costruito per lei da Maurice BĆ©jart. Nel 1988, qualche anno prima di morire, venne anche Rudolf Nureyev, non piĆ¹ giovanissimo ma sempre formidabile.

Intanto Sassari, inseguendo la geniale idea dell’Estate romana di Renato Nicolini, assessore alla cultura del Comune di Roma dal 1976 al 1985 , cominciava a portare lo spettacolo anche fuori dai suoi templi. Il Comune aprƬĀ  le piazze, i cortili, i giardini della cittĆ  allo spettacolo. Anche la danza scese in piazza. Voglio ricordare due spettacoli. Il primo:Ā  un giovanissimo e giĆ  unico Enzo Cosimi, portato dall’ Arci di Sassari, nel cortileĀ  di Santa Maria danzĆ² ā€œAssolo a dueā€ con l’americano Tere O’Connor. Era il 1984, l’anno della prima edizione della rassegna che sarebbe diventata un appuntamento annuale per la cittĆ , Sassari Estate. Il secondo, nel luglio del 1986 allo Stadio dei pini: direttamente da Broadway il musical Chorus Line danzato dalĀ  New York Shakespeare Theatre, organizzatore l’Ente concertiĀ  Marialisa De Carolis, travolse il pubblico con la musica, le luciĀ  e l’eccezionale bravura dei ballerini. Al termine gli spettatori tornavano verso il centro ballando.

Gli anni ’80 furono dunque particolari perĀ  lo spettacolo a Sassari e furono anni speciali per il pubblico della danza ma ancheĀ  per la danza in generale nel mondo. Per parlare solo dell’Italia,Ā  nel 1982 Enzo Cosimi dĆ  vita a Occhesh, l’anno successivo Virgilio Sieni fonda il gruppo Parco Butterfly. Nel 1984 nasce la compagnia Sosta Palmizi fondataĀ  dai danzatori/coreografi Francesca Bertolli, Roberto Castello, Michele Abbondanza, Roberto Cocconi, Raffaella Giordano e Giorgio Rossi in seguito ad un lungo periodo di lavoro al Teatro La Fenice di Venezia sotto la direzione di Carolyn Carson. Praticamente cominciarono a lavorare tutti i danzatori che ancora oggi costituiscono l’asse portante della danza contemporanea in Italia.

In quegli anni anche a Sassari nasceva qualcosa di nuovo: le prime associazioni che ancora oggiĀ  si occupano di danza. Quella di cui faccio parte firmĆ² il suo statuto di fondazione nel 1986, ma molte nacquero in quel periodo: avevamo gli occhi e le orecchie cosƬ pieni di stimoli cheĀ  anche noi provammo a fare spettacolo.

Per chiudere un ultimo ricordo, che non c’entra niente con la danza, ma c’entra con le prime estati di spettacolo a Sassari: la rassegna del cinema all’aperto, il ā€œCinema sotto le stelleā€. La prima edizione fu allestita nel bel cortile della Provincia, collocazione prestigiosa e allestimento casalingo: qualche seggiola e uno schermo di dimensioni modeste. Per una cifra irrisoria venivano proiettati due film di seguito, uno leggero e uno impegnativo, di solito a tema: per esempio la ā€œserata giapponeseā€. Per me e i miei amici andare alĀ  cinema d’estate divenne un un rito collettino. Si uscivaĀ  di casa, nella borsa un cuscino e dueĀ  panini. Ci aspettava una lunga serata.

Assolo a due
Balletto Russo
Bolero
CAFFƈ MULLER-PINA BAUSCH
CaffĆØ Muller – Pina Bausch
Carmen di Gades
Chorus Line
Giselle
Giulietta e Romeo
JOAN MINGUELL
Joan Minguell
Mazapegul
Pax de Deaux
Rito d’Amore